Case green: oltre 3 milioni di edifici fuori dalla direttiva dell’Unione Europea. Scopriamo i dettagli
Nell’ultimo periodo, tecnici del settore e cittadini italiani hanno focalizzato la loro attenzione sulla direttiva imposta dall’Unione Europa, denominata direttiva case green. L’intento è quello di riqualificare energeticamente gli edifici esistenti, portandoli in “classe E” entro il 2030 e in “classe D” entro il 2033.
Come già trattato nel nostro precedente articolo la direttiva UE in merito alle case green fa passi avanti.
Nel mirino dell’Unione europea sono presenti oltre 230.000 edifici pubblici non residenziali e 1,8 milioni di edifici residenziali privati. Tuttavia, secondo le nuove regole, almeno 3 milioni di edifici italiani potrebbero ottenere l’esonero: edifici storici e seconde case utilizzate meno di 4 mesi all’anno. Attualmente il caro energia è il tema più discusso; non a caso l’acquisto, la riqualificazione di un’abitazione green o l’installazione di impianti fotovoltaici sono operazioni strategiche in termini di sostenibilità ambientale ed energetica. Infatti, conoscere la classe energetica è importante perché ti permetterà di sapere il fabbisogno energetico di un edificio o di un’abitazione. Per rispondere al meglio alle tue esigenze ti consiglio il software per la certificazione energetica, la verifica delle prestazioni energetiche degli edifici e la progettazione di interventi di efficientamento energetico Superbonus ed ecobonus, sempre aggiornato alle ultime novità normative.
Case green
L’obiettivo della direttiva case green è quello di stimolare le ristrutturazioni di edifici privati e pubblici in tutta Europa, al fine di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri. L’Unione europea vuole ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990.
“L’Italia ce la può fare, ne sono certo”, queste le parole dell’europarlamentare irlandese Ciarán Cuffe, durante la Plenaria.
Edifici esclusi
Dopo il consiglio del Parlamento Europeo e il voto raggiunto dalla Plenaria di Strasburgo, emerge un dato significativo per gli edifici della nostra nazione rispetto alle statistiche pensate nei mesi scorsi. Infatti, secondo un emendamento approvato, oltre agli edifici vincolati, resterebbero fuori dal perimetro degli interventi obbligatori anche gli edifici che fanno parte del patrimonio storico e le seconde case. Conti alla mano resterebbero fuori oltre 3 milioni di edifici.
Edifici storici
Secondo i dati Istat, il patrimonio immobiliare italiano è costituito dal 25% di edifici residenziali costruiti dal 1919 al 1945, i quali sembrerebbero essere esclusi dalla direttiva case green. La nostra penisola presenta una distribuzione di edifici variegati, a seconda delle Regioni:
- Liguria e Molise presentano un patrimonio immobiliare storico pari al 46,4% circa;
- Piemonte 44,9%;
- Toscana 39%.
Seconde case
Stando alla direttiva EPBD (efficienza energetica degli edifici), resterebbero fuori anche gli edifici residenziali utilizzati per meno di 4 mesi all’anno. La riqualificazione di tali abitazioni non sarebbe prioritaria.
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